Normalmente la fertilità femminile ha un picco intorno ai vent’anni d’età per poi decrescere progressivamente.Le probabilità di concepire spontaneamente si riducono sensibilmente intorno ai quarant’anni.”Per le aspiranti mamme che si avvicinano a questa soglia è disponibile da alcuni anni un test che consente di valutare con buona approssimazione la quantità residua di follicoli ovarici e dunque la fertilità residua”, spiega Nico Naumann, ginecologo di Roma.”Si tratta del dosaggio dell’ormone antimulleriano, un esame ematico che valuta la concentrazione nell’organismo della donna di questo ormone, prodotto dalle ovaie, il cui livello riflette l’entità della riserva di follicoli ancora disponibili”.Non tutti i laboratori di analisi sono attrezzati per offrire il dosaggio dell’ormone anti-mulleriano, solo quelli specializzati nella diagnostica dell’infertilità e dei disturbi del sistema endocrino.”All’esame del sangue si può abbinare un’ecografia transvaginale alle ovaie che permette di visualizzare e contare i follicoli residui”, dice il ginecologo.”La conoscenza dell’entità delle riserve ovocitarie è un’informazione utile per le donne non più giovanissime che cercano una gravidanza spontaneamente e, soprattutto, per quelle che stanno considerando la possibilità di sottoporsi a una stimolazione ovarica seguita da una FIVET.Un basso livello di ormone anti-mulleriano riduce le probabilità di successo di un trattamento di fecondazione assistita”.Nella rubrica “Spazio Cicogna”, pag 11 in “Io e il mio Bambino”, novembre 2009