Quando arrivi alle ultime settimane della gravidanza, inevitabilmente vedi più spesso il tuo ginecologo — e l’ultima visita mi è piaciuta particolarmente.
Non tanto perché la figura nell’ecografia avesse finalmente l’aria di essere un ‘vero’ bebè (anche se ammetto che è comunque qualcosa di emozionante, pur non essendo il primo figlio) ma perché Nico Naumann mi ha raccontato della sua recente permanenza in Sierra Leone, dove essere donna e partorire è tutta un’altra esperienza che qui noi.
Naumann é partito il mese scorso per l’Africa come medico volontario con l’ONG francese Medecins Sans Frontieres (MSF) . “Il mio desiderio di essere di servizio all’umanità è stata una delle ragioni per le quali ho scelto di studiare medicina. Ho avuto il privilegio di studiare e praticare in Europa finora, ma volevo vivere l’esperienza della realtà di servire in un paese sotto-sviluppato,” mi ha detto.
Nato e cresciuto a Duesseldorf, il dottore si è laureato all’Università di Pavia e si vardenafil generico in farmacia é specializzato a Colonia. Ha poi continuato i suoi studi tra Londra, New York e Stanford prima di aprire uno studio a Roma nel 1999. E’ sposato con un’artista italiana con la quale ha due figli piccoli.
Così, Naumann ha scelto di andare per un mese in Sierra Leone, uno dei peggiori paesi al mondo per essere madre — dove il rischio di morte durante la gravidanza ed il parto è altissimo. MSF vi appoggia cinque cliniche specializzate per tadalafil mylan 20 mg online donne, che offrono sostegno pre- e post-parto, consulenze sulla pianificazione famigliare, trattamenti per malattie sessualmente trasmissibili e cure mediche e psicologiche per vittime di violenza sessuale.
L’ONG gestisce anche il centro Gondoma, un’ospedale vicino al paese di Bo, che offre aiuto pediatrico e ginecologico, dove si eseguono cesari e altre forme di chirurgia legate all’ostetricia.
Ogni mese questo centro accoglie 500 pazienti pediatrici, 100 bambini malnutriti e 50 donne incinte, ed è li che il dottore lavorava. “Insieme ad un’altro ginecologo, ero responsabile del reparto ostetricia dove più del 90 per cento dei casi erano delle emergenze,” mi dice Naumann, tentando di descrivere le circostanze sotto le quali si lavorava.
“Delle infermiere specializzate somministravano anestesia per via spinale o sedativi, e mi aiutavano nella sala operatoria. Ma la differenza maggiore tra lavorare in Europa e in Sierra Leone, è che ciò che noi qui potremmo considerare un trattamento di routine, lì può immediatamente diventare un salva-vita. In Africa, una terapia medica è l’eccezione non la norma, e molte persone quindi muoiono semplicemente perché mancano terapie basilari.”
Di fatto, le tragedie sembrano quasi inevitabili. “Il caso peggiore che ho visto è stato quello di una donna 17-enne che è morta dissanguata per una placenta distaccata, in seguito ad un’attacco di epilessia. Non potrò mai dimenticare la disperazione ed il dolore della sua famiglia.”
D’altro canto, aiutare le donne incinte ha molti lati positivi: “E’ veramente qualcosa di gioioso vedere delle giovani mamme in pericolo di morte che non solo sopravvivono, ma che grazie alla chirurgia ricevuta da noi si rimettono in salute,” racconta il dottore, aggiungendo: “Se non avessero avuto accesso alla chirurgia sarebbero sicuramente morte, e purtroppo ciò succede nelle altre provincie dove non hanno strutture come questa.”
Dal lato personale, Nico Naumann dice che l’esperienza in Sierra Leone lo ha trasformato. “Mi è piaciuto molto fare parte di un’equipe internazionale di uomini e donne; tutti professionisti medici disciplinati che lavorano in condizioni molto rudimentali e difficili. Dal punto di vista umano e professionale, il mio mese di lavoro in Africa è stata un’esperienza che mi ha arricchito molto. Che le persone dello Sierra Leone debbano sopportare così tanta sofferenza è una lezione d’umiltà che ti fa rendere conto di quello che veramente è importante nella vita.”
Pensando a come continuare ad aiutare in Africa, dice che ovviamente a breve scadenza, le donazioni di soldi (da parte di tutti) e tempo (da parte di medici) ad organizzazioni come Medecins Sans Frontières sono fondamentali.
“Pediatri e chirurghi sono particolarmente richiesti in Sierra Leone” dice. “Ma nel lungo periodo, le persone di questo paese hanno bisogno soprattutto di educazione. Ho collaborato con delle infermiere molto intelligenti, che facevano un’ottimo lavoro di anestesiologia e di assistenti-chirurgo. E questo è un fenomeno che si incontra spesso in Africa. La manodopera c’è, ma l’opportunità di svilupparsi è persa per mancanza di risorse educative.”